Il G! Festival è una di quelle proposte di festival che difficilmente troverebbero spazio e apprezzamento da parte del pubblico italiano. All’interno di un solo weekend, infatti, annualmente si susseguono e alternano concerti e mini esibizioni che spaziano dal metal più puro, alla musica tradizionale, dal pop internazionale, all’elettronica underground, senza che nessun genere riesca veramente a prevalere sugli altri. Una volta pagato il biglietto, dunque, si è sicuri che almeno una volta al giorno ci sarà qualcosa di proprio interesse a cui poter assistere, ma può capitare che per ore, nel gelo di Syðrugøta, ci sia ben poco di consono ai propri gusti. Chi, tra le molte ‘teste calde e puriste’ del Belpaese, parteciperebbe ad un evento del genere, potendo al massimo contare su altre attività (come cineforum, laboratori, sauna e, udite udite, una chiesa) capaci solo in parte di stemperare gli animi?
Tuttavia, il G! Festival non è solo un festival singolare, ma, da queste parti, anche un collante sociale, uno di quegli eventi che per un faroese è impossibile perdere e durante il quale gli isolani, molti dei quali di ritorno in patria per le sole vacanze estive, hanno modo di incontrarsi, scambiarsi memorie e costruirne di nuove e spendere tempo che solitamente è difficile trascorrere in compagnia visto che la distanza, anche tra le stesse isole dell’arcipelago, per molti giovani è spesso ancora eccessiva. E nessuno, davvero nessuno, si tira indietro, nemmeno le famiglie numerose, visto che l’evento è gratuito per i minori di 12 anni.
Durante i 3 giorni del festival, si sono susseguiti molti concerti, di artisti locali e non, celebri e underground, come quelli che seguono…
ANGIST
Ad aprire le ‘danze’ metalliche, ci pensano gli Angist che, dopo essersi visti costretti a cancellare la prima data faroese del Ferðin Til Heljar Tour, dopo il malore subito dal batterista poco dopo la fine della performance all’Eistnaflug, si rifanno alla grande con un’esibizione che, nonostante l’infelice scelta di uno slot pomeridiano e i volume non sempre perfetti, mantiene alto l’onore degli islandesi, che sanno convincere un pubblico che rapidamente si fa sempre più folto. Nella mezzora ad essa dedicata, infatti, la band da prova di grande energia, attenzione ai dettagli e aggressività che, grazie anche alla potente voce della frontman Edda Tegeder, che ben interpreta le numerose nuove tracce, che lasciano ben sperare in vista del prossimo album di questo combo death metal, previsto in uscita entro l’anno.
SETLIST ANGIST:
1. New song 1
2. New song 2
3. Circle of Suffering
4. New song 3
5. Death Incarnate
EARTH DIVIDE
Secondi ma non meno importanti protagonisti del Ferðin Til Heljar Tour, gli Earth Divide ripropongono, sulla scia di quanto presentato nelle precedenti date islandesi del tour, un set molto convinto ed entusiasta dove, a sostegno delle tracce contenute nella loro omonima release di debutto, spicca un nuovo brano, la cui abbondanza di clean vocals è già molto discussa tra i sostenitori e amanti della scena faroese. Lo show posto in essere dalla band appare curato, ma molto informale, vista l’aria di casa che si respira al festival. Unico neo: a causa di una band precedente che ha sballato gli orari delle esibizioni, gli Earth Divide sono stati costretti ad interrompersi con almeno un brano d’anticipo, in modo da poter permettere agli addetti ai lavori di preparare il palco per gli artisti successivi. Un peccato.
SETLIST EARTH DIVIDE:
1. Intro
2. Claustrophobia
3. Atlas
4. Into the Maelstrom
5. Primal
6. Daybreaker
200
Alle Fær Øer tutto è deciso dal meteo. A causa del maltempo, che ha tenuto chiusi tutti i porti e l’aeroporto per lungo tempo, gli attesi danesi Reptile Youth non sono riusciti a presentarsi in tempo e hanno dovuto disertare l’evento. Che fare? Vedersi improvvisamente svuotato uno slot serale sul palco principale non deve aver certo reso felici gli organizzatori del festival, che hanno però trovato una soluzione d’urgenza. In circa un’ora, infatti, si è presentato alle porte di Syðrugøta, pronto e carico per un concerto, il trio punk faroese per eccellenza, i 200. Scanzonati, irriverenti, irrispettosi, politicamente scorretti e schierati: questo, volendolo riassumere, è quanto portato sul palco da questa band ‘storica’ della scena alternativa locale, che ha saputo infiammare fans e non, nonostante in alcuni passaggi si potesse notare qualche imprecisione figlia dell’assoluta improvvisazione di un concerto sul momento. Il set, durato quasi un’ora, ha saputo cogliere nel segno, riuscendo non solo a salvare capra e cavoli, ma anche a divertire pubblico e addetti ai lavori.
BYRTA
Quando è sola, Guðrið Hansdóttir è una giovane, ma molto promettente artista folk pop faroese. Quando le si affianca Janus Rasmussen, invece, diventa BYRTA, un interessante progetto di musica elettronica con influenze pop che da poco ha preso piede nella scena locale e scandinava. La musica proposta dal duo, cantata tutta in faroese, è molto accattivante e originale, così come inusuali sono l’ambientazione del set e i costumi scelti dalla band e dai suoi collaboratori (basti pensare che, al momento di salire sul palco, metà avevano optato per un face painting, mentre gli altri indossavano una testa di bimbo fatta di cartapesta). Nonostante non siano stati fortunatissimi con i volumi, tanto da sentire anche qualche fischio, i BYRTA, con le proprie tracce trascinanti ed energici, hanno davvero saputo convincere l'intera audience.
SETLIST BYRTA:
1. Byrta
2. Eydnan
3. Andvekur
4. Hjartasorg
5. Vit falla
6. Norðlýsið
7. Loyndarmál
AFENGINN & MPIRI
Chiunque apprezzi le ritmiche folk e in particolare quelle di stampo balcanico, ha già sentito almeno parlare degli Afenginn, irriverente combo danese sulle scene europee da ormai una decina d’anni. In occasione del G! Festival, gli scandinavi hanno optato per un supporto quanto mai azzeccato: il coro faroese Mpiri, di base a Copenhagen. Il risultato è apparso vincente: allo stile allegro e scanzonato tipico del folk proposto da questa band, che si è concentrata non solo sui propri classici, ma anche sui brani più ferrati dell’ultima release Lux, si è infatti affiancata la serietà e la profondità del coro faroese, per l’occasione vestito al gran completo con il tradizionale costume nazionale. Uno show davvero convincente e divertente, che ha saputo convincere e divertire un pubblico davvero variegato.
SETLIST AFENGINN:
1. Lux
2. Kostbar
3. Obscare
4. Ostinato Repetuum
5. Demokrator Escalator
6. Iguana Segregatis
7. Paxima
8. Kantate Mutagenia
9. Andante Mobile
10. Estrogeneticmanipulated Basilisk
11. Tattar Humppa
KARIN PARK
La seconda artista svedese (dopo l’acclamatissima pop star Alina Devecerski) ad esibirsi durante questo festival è Karin Park, icona sempre più affermata della musica elettronica. Il suo set, acusticamente quasi perfetto, ha visto la Park dar prova delle sue ottime capacità tecniche e soprattutto vocali, accompagnandosi, lungo alcuni brani, con la tastiera. A supporto, fondamentale è stato l’intervento del fratello David Park, impegnato con grande accuratezza alla batteria e soundboard (che, per altro, per i suoi atteggiamenti, sembrava essere due braccia e una maglia degli Slayer rubati a qualche combo death metal scandinavo). Il pubblico, piuttosto numeroso, ha saputo supportare i due artisti al meglio, permettendo a questa performance pressoché perfetta di ottenere la giusta cornice e onesta gratificazione.
SETLIST KARIN PARK:
1. Restless
2. Explosions
3. Ashes
4. Out of the cage
5. Wild child
6. New era
7. Can't stop now
8. Fryngies
9. Thousand loaded guns
EIVØR PÁLSDÓTTIR
Qualcuno potrebbe lecitamente chiedersi: cosa ci fa Eivør Pálsdóttir in un reportage scome questo? Volendo essere di strette vedute, la risposta è ovvia. Ma in quanti, tra gli amanti del metal nordico, non hanno apprezzato artisti diversi, ma provenienti dalle stesse latitudini, come Björk? Eivør Pálsdóttir è il suo equivalente made in Faroe Islands, un’artista versatile dalla voce emozionante, capace di dare il meglio di sé sul palco di casa. La sua performance, durata più del previsto causa encore non programmato, è stata infatti una delle migliori e più studiate dell’intero festival. La cantautrice, accompagnata da altri tre musicisti, ha infatti dato sfoggio di grandi capacità, ripercorrendo una buona parte del suo ultimo album, Room, e arricchendo lo show con alcuni dei grandi classici, come la toccante Trøllabundin. Un’artista che, pur non essendo metal, merita ben più di un ascolto…
SETLIST EIVØR PÁLSDÓTTIR:
1. Rain
2. Wake Me Up
3. Far Away
4. Eg Veit
5. True Love
6. Boxes
7. Trøllabundin
8. Vøka
9. Falling Free
10. Encore: Nú Brennur Tú Í Mær
HAMFERÐ
Per vedere all’opera gli Hamferð, bisogna aspettare l’ultimo slot di giornata, quello che inizia all’una, l’unico durante il quale, complici le nubi, si crea un’atmosfera più cupa e buia, adatta al genere proposto. Nonostante dei suoni in parte non bilanciatissimi, in particolare sulla chitarra principale, il sestetto riesce a dare ottima prova di sé davanti al pubblico di casa, numeroso ed energico, soprattutto su brani storici come Harra Guð títt dýra navn og æra. Inoltre, per arricchire la performance, gli Hamferð propongono uno dei brani che saranno contenuti dell’ormai imminente nuovo album, Sinniloysi, che ha visto anche un’acclamatissima partecipazione di Eivør Pálsdóttir, capace di regalare grandi emozioni con i suoi eleganti vocals in clean. Un’esibizione davvero di classe.
SETLIST HAMFERÐ:
1. Vráin
2. Evst
3. Deyðir Varðar
4. Ódn
5. Harra Guð títt dýra navn og æra
6. Sinniloysi
Foto di BYRTA, Afenginn & Mpiri e Karin Park a cura di Ditte Mathilda Joensen
Tutte le altre foto a cura di Erland Sivertsen