La seconda parte del nostro live report sull'edizione appena conclusa del Metalcamp si concentra sulle due giornate più attese del festival, giovedì e venerdì, tra le più affollate dell'intero evento, che ha registrato oltre 12000 presenze fisse lungo l'intera settimana e più di 8000 presenze giornaliere extra, dati che hanno confermato come l'annata 2012 sia stata la più popolare e seguita per quest'appuntamento ormai immancabile per l'estate metal europea, per l'ultimo anno gestito da Rock The Nation.
Dal punto di vista gestional/organizzativo, il Camp di quest'anno si è svolto complessivamente in maniera piuttosto regolare, salvo incappare nell'errore di non riuscire a sostituire gli Heathen, che per tempo avevano comunicato la loro assenza dalle scene estive, come invece gli organizzatori del finnico Jalometalli sono riusciti a fare.
DAY 4 - THURSDAY
Come già detto in apertura, il Camp di quest'anno è stato ancora gestito dalla Rock the Nation, che non ha perso l'occasione per pubblicizzare alcuni degli artisti di punta degli ormai prossimi propri grandi festival itineranti autunnali. Esempio di questa politica sono senz'altro i finnici KORPIKLAANI, intenti per altro a promuovere anche la propria più recente fatica, dal titolo Manala, pur non facendo mancare all'entusiasta pubblico alcune delle hit più storiche, come Happy Little Boozer. Ottima prestazione per la band di Lahti, che ha approfittato del gran numero di presenti per presentare il proprio nuovo violinista, Tuomas Rounakari, molto talentuoso e con una seria e profonda formazione sullo sciamanesimo e altre tematiche tradizionali tanto care a questo sestetto nordico, che auspicabilmente riporterà su una strada più professionale e meno festaiola una delle band di punta nella scena folk europea.
Inossidabili e coinvolgenti: ecco come si può descrivere in estrema sintesi l'esibizione slovena dei teutonici EDGUY. Pur non fortunatissimi on stage, visti i problemi tecnici che hanno messo i bastoni tra le ruote a Tobias Sammet e soci nella primissima parte dell'esibizione, i cinque di Fulda hanno messo in piedi un set interessante e pressoché perfetto dal punto di vista esecutivo, una gradita conferma a ben 20 anni dalla fondazione di questo progetto. Peccato non siano stati sufficientemente ripagati dal pubblico, ma come già affermato per i nostrani KRAMPUS, anche in questo caso ci si trova davanti ad un genere non popolarissimo, che fa pagare lo scotto anche a band rodate come questa.
Tra un Wacken ed un Summer Breeze, gli svedesoni hanno tempo per fare un salto anche nella più vicina Slovenia, dove hanno dato vita ad una delle esibizioni più memorabili per quanto riguarda quest'edizione del MetalCamp. Gli AMON AMARTH non hanno infatti deluso le aspettative dei tanti che caldamente li aspettavano ai piedi del main stage: fuochi d'artificio e vampate di fuoco sul palco, i nordici hanno offerto ai loro fans una scaletta energetica ed orgogliosa, che non poteva escludere cavalli di battaglia come Death In Fire e Pursuit of the Vikings. Uno show davvero memorabile ed energico, che confermano il combo di Stoccolma ai vertici del death metal melodico europeo, anche sul fronte live.
DAY 5 - FRIDAY
SODOM all'ora di cena: questa la sentenza inappellabile dell'organizzazione di questo festival, che ha relegato la vecchia guardia del thrash made in Germany ad un'esibizione ad un orario di ben poco rispetto. La performance dei cattivi ragazzi di Gelsenkirchen ne ha risentito in parte, sopratutto per quanto riguarda la presenza di pubblico. Tuttavia, Tom Angelripper e compari hanno dato impressione di non curarsene eccessivamente, dando vita ad uno show classico e senza errori, dove hanno spaziato senza remore all'interno della propria discografia fino a portare agli onori della folla la storica Outbreak of Evil. Pietre miliari.
In attesa di rivederli su queste pagine in occasione della tappa italiana dell'Into Darkness 2012, i PAIN, dopo il mezzo flop della loro ultima release, You Only Live Twice, tornano sul palco da protagonisti, vista la grande audience pronta a celebrarli, nonostante il loro genere piuttosto di 'nicchia'. Performance discreta ma non eccelsa, visto che, come da tradizione Peter Tägtgren perde dal vivo parte della sua perversa abilità alla voce, protagonista di ben più di una delle sue produzioni. Giudizio in parte sospeso dunque, in attesa di vedere se la sensazione di parziale inadeguatezza peserà anche sull'esibizione in quel di Bologna..
In chiusura di giornata, festival e report, ecco il turno di un altro gruppo svedese, che di certo non ha bisogno di presentazione: i SABATON. In tour promozionale per il proprio ultimo album, Carolus Rex, i cinque nordici riescono a dar vita ad un concerto convincente dal primo all'ultimo minuto, nonostante la line-up sia recentemente cambiata per oltre metà. Il pubblico, dopo l'accorato appello di Mr. Brodén, non delude e acclama sia la band che i nuovi, giovani musicisti, spalancando così ad una nuova avventura musicale per la band scandinava, auspicabilmente lunga e di successo.
Tutte le foto di questo report sono di Emma Costi
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