Fin dall’inizio, emerge infatti un grande classico dei lombardi: i Folkstone contro il sistema. Basta infatti attendere i cavalli di battaglia Aufstand! e Non Sarò Mai, per sentire l’orgoglio ribollire nel sangue, l’orgoglio di una band che ha deciso di non firmare per nessuna label, di non sottostare a nessun manager o ordine dall’alto, ma di fare tutto da sé, prendendosi tutti i rischi, soprattutto economici, del caso. Il fedele pubblico li acclama, li inneggia, li chiama a gran voce: anche in questa speciale occasione, i Folkstone hanno vinto di nuovo, riuscendo a richiamare attorno a sé un folto pubblico, al quale viene dedicata la lunga, quasi eterna scaletta della serata, che spazia all’interno di tutte le pubblicazioni presenti nella loro discografia. Ma non è certo solo all’ambito musicale che si circoscrive lo spirito ribelle, diretto e polemico dei bergamaschi che, con Simone Pianetti, spronano ad una ribellione della gente comune, che arrivi dal basso, contro tutte quelle figure inutili che ci mettono i piedi in testa, contro la stupidità tanto osteggiata nella di poco precedente Nebbie. Il motto che risuona tra il pubblico è Ci vorrebbero più Simone Pianetti, e, d’altronde, data l’attuale situazione italica, come si fa a dar loro torto?
Ma i Folkstone dimostrano di schierarsi anche contro le polemiche e le critiche, contro chi bolla certi generi musicali come di nicchia, e qui si ritrova un vasto pubblico dai 5 ai 70 anni, contro chi si lamenta e vorrebbe sentire più folk, e vede eseguiti anche brani in acustico (Anomalus e Sgangogatt), contro chi, appena entrato, si lamentava della scarna scenografia, e poi ha assistito ad una sua radicale trasformazione in live, con l’intervento di mangiafuoco per In Taberna e la proiezione sul fondo di effetti grafici e video della band, tra i quali quello del il nuovo singolo, Respiro Avido, particolarmente d’effetto. Ma anche contro chi pensa che un combo del genere non possa tener botta, e poi assiste ad un concerto di oltre due ore, dall’interessante scaletta che spazia tra le più diverse tematiche, con un solo encore e pause pressoché inesistenti. Perché i Folkstone sono così, sempre pronti a sorprendere e a stupire, pur restando nella loro semplice umiltà, nella ferma convinzione che Omnia Fert Aetas.
E infine, Folkstone contro gli imprevisti in live. Non trascurabili sono stati infatti dei problemi tecnici di varia natura che, nella gran parte dei casi, sono andati a rovinare solamente brevi passaggi dei brani ma che, durante l’esecuzione di Un'Altra Volta Ancora, in cui alla voce è stata sorprendentemente lasciata la sola Roberta, sono stati talmente fastidiosi da dover costringere i bergamaschi alla riesecuzione del brano, per permettere una sua ottimale registrazione all’interno del DVD. Tuttavia, questa rimane l’unica vera e propria nota negativa di una serata con un generale alto livello, dove tutti e nove i musicisti si sono espressi al meglio delle loro capacità, senza incappare in errori rilevanti.
Nell’ultima data del tour, alla vigilia di una lunga pausa che li terrà lontani dai live per alcuni mesi, i Folkstone vincono contro tutti, tanto da voler omaggiare i propri seguaci con un’ultima chicca finale: circa una ventina di minuti dopo la fine ufficiale del concerto, i lombardi hanno offerto ai presenti in sala un breve show strumentale, a base esclusivamente di cornamuse e percussioni. Una serata veramente energica e, grazie anche alla collaborazione del Palacover, interpretata per intero in una chiave familiare e tranquilla, che spesso manca a questo genere di eventi. Tanto che la guardia di finanza, presente in forza con i cani antidroga, ha trovato di stupefacente solo il pubblico dei Folkstone!
Il Confine
Grige Maree
Aufstand
Non Sarò Mai
Alza Il Corno
Lo Stendardo
Anime Dannate
Terra Santa
Respiro Avido
Anomalus
Ombre Di Silenzio
Nebbie
Folkstone
Frerì
Un'Altra Volta
Ancora Frammenti
Sgangogatt
Briganti Di Montagna
Luna
Omnia Fert Aetas
Simone Pianetti
Nell'Alto Cadrò
In Taberna
Rocce Nere
ENCORE
Longobardia
Vortici Scuri
Con Passo Pesante
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