27 August 2012

MetalCamp live report pt.2


La seconda parte del nostro live report sull'edizione appena conclusa del Metalcamp si concentra sulle due giornate più attese del festival, giovedì e venerdì, tra le più affollate dell'intero evento, che ha registrato oltre 12000 presenze fisse lungo l'intera settimana e più di 8000 presenze giornaliere extra, dati che hanno confermato come l'annata 2012 sia stata la più popolare e seguita per quest'appuntamento ormai immancabile per l'estate metal europea, per l'ultimo anno gestito da Rock The Nation
Dal punto di vista gestional/organizzativo, il Camp di quest'anno si è svolto complessivamente in maniera piuttosto regolare, salvo incappare nell'errore di non riuscire a sostituire gli Heathen, che per tempo avevano comunicato la loro assenza dalle scene estive, come invece gli organizzatori del finnico Jalometalli sono riusciti a fare.

DAY 4 - THURSDAY


Come già detto in apertura, il Camp di quest'anno è stato ancora gestito dalla Rock the Nation, che non ha perso l'occasione per pubblicizzare alcuni degli artisti di punta degli ormai prossimi propri grandi festival itineranti autunnali. Esempio di questa politica sono senz'altro i finnici KORPIKLAANI, intenti per altro a promuovere anche la propria più recente fatica, dal titolo Manala, pur non facendo mancare all'entusiasta pubblico alcune delle hit più storiche, come Happy Little Boozer. Ottima prestazione per la band di Lahti, che ha approfittato del gran numero di presenti per presentare il proprio nuovo violinista, Tuomas Rounakari, molto talentuoso e con una seria e profonda formazione sullo sciamanesimo e altre tematiche tradizionali tanto care a questo sestetto nordico, che auspicabilmente riporterà su una strada più professionale e meno festaiola una delle band di punta nella scena folk europea.


Inossidabili e coinvolgenti: ecco come si può descrivere in estrema sintesi l'esibizione slovena dei teutonici EDGUY. Pur non fortunatissimi on stage, visti i problemi tecnici che hanno messo i bastoni tra le ruote a Tobias Sammet e soci nella primissima parte dell'esibizione, i cinque di Fulda hanno messo in piedi un set interessante e pressoché perfetto dal punto di vista esecutivo, una gradita conferma a ben 20 anni dalla fondazione di questo progetto. Peccato non siano stati sufficientemente ripagati dal pubblico, ma come già affermato per i nostrani KRAMPUS, anche in questo caso ci si trova davanti ad un genere non popolarissimo, che fa pagare lo scotto anche a band rodate come questa. 


Tra un Wacken ed un Summer Breeze, gli svedesoni hanno tempo per fare un salto anche nella più vicina Slovenia, dove hanno dato vita ad una delle esibizioni più memorabili per quanto riguarda quest'edizione del MetalCamp. Gli AMON AMARTH non hanno infatti deluso le aspettative dei tanti che caldamente li aspettavano ai piedi del main stage: fuochi d'artificio e vampate di fuoco sul palco, i nordici hanno offerto ai loro fans una scaletta energetica ed orgogliosa, che non poteva escludere cavalli di battaglia come Death In Fire Pursuit of the Vikings. Uno show davvero memorabile ed energico, che confermano il combo di Stoccolma ai vertici del death metal melodico europeo, anche sul fronte live.

DAY 5 - FRIDAY



SODOM all'ora di cena: questa la sentenza inappellabile dell'organizzazione di questo festival, che ha relegato la vecchia guardia del thrash made in Germany ad un'esibizione ad un orario di ben poco rispetto. La performance dei cattivi ragazzi di Gelsenkirchen ne ha risentito in parte, sopratutto per quanto riguarda la presenza di pubblico. Tuttavia, Tom Angelripper e compari hanno dato impressione di non curarsene eccessivamente, dando vita ad uno show classico e senza errori, dove hanno spaziato senza remore all'interno della propria discografia fino a portare agli onori della folla la storica Outbreak of Evil. Pietre miliari.


In attesa di rivederli su queste pagine in occasione della tappa italiana dell'Into Darkness 2012, i PAIN, dopo il mezzo flop della loro ultima release,  You Only Live Twice, tornano sul palco da protagonisti, vista la grande audience pronta a celebrarli, nonostante il loro genere piuttosto di 'nicchia'. Performance discreta ma non eccelsa, visto che, come da tradizione Peter Tägtgren perde dal vivo parte della sua perversa abilità alla voce, protagonista di ben più di una delle sue produzioni. Giudizio in parte sospeso dunque, in attesa di vedere se la sensazione di parziale inadeguatezza peserà anche sull'esibizione in quel di Bologna..


In chiusura di giornata, festival e report, ecco il turno di un altro gruppo svedese, che di certo non ha bisogno di presentazione: i SABATON. In tour promozionale per il proprio ultimo album, Carolus Rex, i cinque nordici riescono a dar vita ad un concerto convincente dal primo all'ultimo minuto, nonostante la line-up sia recentemente cambiata per oltre metà. Il pubblico, dopo l'accorato appello di Mr. Brodén, non delude e acclama sia la band che i nuovi, giovani musicisti, spalancando così ad una nuova avventura musicale per la band scandinava, auspicabilmente lunga e di successo.

Tutte le foto di questo report sono di Emma Costi
Visitate la sua pagina su Facebook e deviantArt

24 August 2012

MetalCamp live report pt.1

Come preannunciato, ecco la prima parte del live report della decima edizione del MetalCamp, svoltasi tra il 5 e l'11 agosto scorso nella splendida location montana di Tolmin, nella vicina Slovenia
Un'edizione da record, visto l'afflusso di pubblico, numeroso come non mai in occasione di questa edizione d'anniversario.


Un'edizione che passerà alla 
storia, in quanto si è trattato dell'ultimo festival sotto il nome MetalCamp, visto che, come è stato recentemente annunciato, dal prossimo anno il festival, non più gestito dalla Rock The Nation, si chiamerà Metaldays e anticiperà il proprio svolgimento (22-28 luglio), per non entrare troppo in conflitto con molti altri festival in estivi.



DAY 1 - MONDAY

 

Tra i tanti a fare gli onori di casa per il primo gruppo di metallari già presenti a Tolmin il lunedì, un nome ha spiccato su tutti: TESTAMENT. I thrashers americani, tornati sulle scene mondiali con la formazione originaria dell'1986, riescono solo a metà nell'intento, vista sia la mediocre reazione del pubblico sia il loro spettacolo non al top, nonostante si trattasse pur sempre di un tour promozionale per la loro più recente release, The Dark Roots of Earth.

 

Ben più in grado di infiammare quest'angolo di Slovenia sono invece stati i MACHINE HEAD che, forti di una capacità d'esibizione live non indifferente, riescono a coinvolgere il pubblico thrash/heavy presente e non solo, proponendo uno show d'effetto e di sicuro successo. In molti, in quel di Tolmin, li hanno definiti gli unici in grado di portare avanti il 'vero metal' e di certo il combo statunitense non li ha lasciati delusi.

 

Altro nome attesissimo per la prima giornata di MetalCamp è stato sicuramente quello dei DARK FUNERAL che, a pochi giorni da un'altrettanto fortunata esibizione in quel di Wacken, riescono a farsi valere nonostante l'infelice scelta organizzativa di farli esibire sul secondo palco. Tra i pochi gruppi black metal presenti al festival, la band di Stoccolma è comunque pienamente in grado di attirare a sé un buon numero di spettatori, blacksters esperti e non, che ha reso il loro concerto uno tra i più di successo di questa ricca giornata.

 

Nota di merito va anche all'unica band italiana scelta per esibirsi sul main stage, i KRAMPUS. Freschi di nuovo contratto con la Rock the Nation e prossimi partecipanti all'Heidenfest, i friulani chiudono la giornata di lunedì con un discreto successo, nonostante qualche errore esecutivo e un genere, il folk metal, che ancora non va per la maggiore all'interno di questi festival, che fa ben sperare per questa giovane ed interessante realtà del panorama italico.

DAY 2 - TUESDAY 

 

Se diciamo FINNTROLL, voi a che pensate? Se la vostra risposta si racchiude nella parola Trollhammaren, potete entrare di diritto nello spettatore medio del Metalcamp. Infatti, al di là dello show esagerato o particolarmente entusiasmante di Vreth  e soci, la caratteristica che più è saltata all'occhio è stata l'insistenza del pubblico, peraltro molto numeroso, che a tutti i costi avrebbe voluto che la finnica band lo deliziasse con questo classico da osteria, senza apparentemente offrire molta attenzione alle altre tracce proposte dai sette folkers di Helsinki. Forse c'è qualcosa da rivedere in merito?

 



A recuperare le sorti del metallico martedì, arrivano in soccorso due bands di alto potenziale. La prima delle due, i PARADISE LOST, offrono uno spettacolo grandioso e affascinante, capace di coinvolgere dal primo all'ultimo ascoltatore per l'intera (fortunatamente lunga) durata del set sloveno, che ha ricordato da vicino gli show di successo del loro ultimo tour, durante il quale la band di Halifax ha davvero saputo incantare mezza Europa.












Nonostante il doppio turno di lavoro per Adrian Erlandsson, l'esibizione degli AT THE GATES non sembra risentirne particolarmente, tanto che il frontman Tompa Lindberg approfitta del pubblico osannante per intavolare discorsi sulla rivalutazione del metalcore e deathcore, a suo dire generi eccessivamente maltrattati dai metallari più classicisti. Musicalmente ineccepibile, la band svedese suona e convince, grazie sopratutto ad una   presenza scenica energica e molto coinvolta. 

DAY 3 - WEDNESDAY

 

Gli americani THE BLACK DAHLIA MURDER sono stati tra i primi ad essere confermati per quest'edizione del MetalCamp e, di conseguenza, molta era l'attesa nei loro confronti. Ad un anno dall'uscita di Ritual, il quintetto di Waterford non delude le attese, proponendo un set di dieci, energici brani, tra cui Miasma e I will return, fino a compiere un deciso salto all'indietro, portando sul palco la storica What a Horrible Night to Have a Curse. Una performance davvero interessante. 





In tour per promuovere la loro ultima fatica, Requiem For The Indifferent, i nederlandesi EPICA fanno man bassa del consenso popolare, grazie ad uno show energico ed elegante, capitanato dalla bella e talentuosa leader Simone Simons. Infatti, nonostante il genere proposto da questa band non sia di certo tra i più popolari, la loro esibizione è stata senza dubbio la migliore di giornata, soprattutto in quanto a numero e coinvolgimento dei presenti, in massa impegnati a fare crowd surfing e ad acclamare il sestetto di Reuver, che incrociando le dita, rivedremo ben presto live anche nelle italiche lande.

 

A chiudere la terza giornata sono stati i portoghesi AVA INFERI che, nonostante fossero stati relegati al secondo palco, riescono a convincere appieno, forti del loro gothic/doom metal profondo e originale. Grazie ad una setlist capace di spaziare ampiamente all'interno della propria geniale discografia e di attirare molto pubblico, il combo lusitano può dirsi più che soddisfatto, visto che va ricordato come mercoledì sia stata la giornata più scialba dal punto di vista dell'audience, visto lo scambio tra i numerosi metalheads che hanno partecipato ai primi tre giorni e quelli interessati solo al weekend.


Tutte le foto di questo report sono di Emma Costi
Visitate la sua pagina su Facebook e deviantArt

19 August 2012

Wacken 2012: gli Hamferð vincono la Metal Battle

La band doom metal faroese Hamferð, di cui già questa pagina si è occupata in occasione della finale della Wacken Metal Battle Føroyar, ha raggiunto il primo posto alle finali internazionali della competizione tenutesi in Germania, all'interno del Wacken Open Air. Dopo una due giorni ricca di performance live, dove circa 30 gruppi provenienti da tutto il mondo si sono sfidati di fronte ad una giuria di esperti internazionali, il sestetto di Tórshavn è riuscito a portare a casa questo eccellente risultato, forte di uno stile unico, misterioso ed atmosferico, e di una presenza scenica studiata e di grande impatto, capace di trasmettere al meglio al pubblico l'idea che ci si trovi di fronte ad un funerale. 

Hamferd_Wacken12_winners_05

Non c'è quindi da stupirsi del fatto che i giudici abbiano scelto proprio la band delle isole Fær Øer come vincitrice di questa rinomata competizione. Tuttavia, come dichiarato subito dopo la vittoria dal frontman del gruppo, Jón Hansen, questa vittoria ha realmente sorpreso gli Hamferð:   
Vincere la Wacken Metal Battle è stato strano, visto che non sapevamo assolutamente se saremmo potuti essere o meno tra i gruppi più popolari. Tuttavia, non sembra essere una vittoria nel senso stretto della parola, ma piuttosto una porta che si è aperta davanti a noi, che ci permetterà di portare avanti la band. Ogni band ha dato il meglio di sé e ha avuto la stessa possibilità di farsi notare, quindi spero che anche gli altri gruppi potranno godere di un po' di successo, dopo aver suonato a Wacken. Questo è stato il nostro obbiettivo fin dall'inizio e, in qualche modo, l'abbiamo superato!


Hamferd_Wacken12_winners_01


Grande soddisfazione è stata espressa anche dagli organizzatori, che in meno di  un anno hanno assistito alla nascita e allo sviluppo della prima edizione faroese della Metal Battle, con una competizione serrata e di alto livello qualitativo, fino a vedere la propria band arrivare al primo posto alle finali tedesche. Uno degli organizzatori, Fróði Tórálvsson Stenberg, ha a tal proposito dichiarato: 
È una sensazione incredibile e surreale allo stesso tempo. Abbiamo dato vita alla Metal Battle Føroyar solo lo scorso novembre e, alla prima nostra partecipazione alla Wacken Metal Battle, abbiamo già il nostro primo vincitore. Sono contento per i ragazzi degli Hamferð, che sono dei grandi appassionati di musica e persone fantastiche, e sono orgoglioso di poter offrire loro un'opportunità attraverso Metal Battle Føroyar, aiutandoli a diffondere la loro musica. Ovviamente voglio anche ringraziare tutti i nostri sponsor, che hanno reso possibile quest'avventura.

Oltre all'opportunità di poter suonare anche nell'edizione 2013, con questa vittoria il gruppo faroese si aggiudica  un contratto discografico internazionale con l'etichetta tedesca Nuclear Blast, nonché numerosi premi materiali targati Marshall, Washburn, Paiste e Eagletone


Hamferd_Wacken12_winners_02


Foto di Eija Mäkivuoti
Visitate la sua pagina web Facebook 

Wacken 2012: Hamferð won the Wacken Metal Battle!


The Faroese doom metal band Hamferð, of whom we have already spoken about in the Wacken Metal Battle Føroyar live report, won the international finals of the Metal Battle, which took place within Wacken Open Air festival, Germany. After a compelling two-days competition, during which almost 30 bands from all around the world challenged each other in front of a jury of international level, the band from Tórshavn has brought home this excellent result thank to its strong, atmospheric and unique style and its great stage presence, giving off the feeling of a funeral procession.


Hamferd_Wacken12_winners_05

Consequently, it’s not surprising that the judges have chosen this band from the Faroe Islands to become the winners of this renowned competition. Nevertheless, after the victory, Hamferð‘s frontman, Jón Hansen, has declared that this result has been pretty unexpected:

The experience of winning the Wacken Metal Battle was odd, since we had no thoughts on whether or not we would be in the popular end of the bands at all. Yet it feels less like a "victory" in the sense of the word, and more as if a window has been opened quite wide for us to take the band further. Every band gave their best and had equal chance of getting noticed, so hopefully the other bands will enjoy some success from playing at Wacken as well. That was our only aim from the beginning, and we exceeded it, somehow!


Hamferd_Wacken12_winners_01

Great satisfaction has been also expressed by the Metal Battle Føroyar organizers who, within less than one year, have started the project, experienced successful national finals and have now seen the Faroese band winning the international finals in Germany. In this connection, one of the organizers, Fróði Tórálvsson Stenberg, has declared:

It feels incredible and surreal all at once. We started the idea of Metal Battle Føroyar back in november, and now we have our first winner, the first time we´re participating in the Wacken Metal Battle concept. I´m happy for the guys in Hamferð, such music enthusiasts and great people, I'm proud to be able to serve as platform through Metal Battle Føroyar, and help getting their music out there. Naturally I also want to thank all our sponsors, who made the trip possible.

Winning this competition will mean not only getting the chance to play again at Wacken Open Air 2013,  but, above all, getting a worldwide record deal with the German label Nuclear Blast and material prices of Marshall, Washburn, Paiste and Eagletone.

Hamferd_Wacken12_winners_02

Photo by Eija Mäkivuoti
Check her website and Facebook page

17 August 2012

Metalcamp 2012 live report

Il live report del Metalcamp 2012, che si è appena concluso in quel di Tolmino (Slovenia) verrà pubblicato in due tranche, il 24 e il 27 agosto c.m. e conterrà commenti su una selezione di gruppi, che hanno suonato su entrambi i palchi lungo tutta la settimana, accompagnata dalle foto di Emma Costi, l'inviata di questa pagina sul posto. 

Coglieremo anche l'occasione per svelare qualche novità sull'edizione del prossimo anno, che aprirà una nuova era per il rinomato festival sloveno..

15 August 2012

Qstock live report - Day 1


Il Qstock festival, giunto quest'anno alla sua decima edizione, è uno degli eventi di punta della città finlandese di Oulu, situata sul mar Baltico, nella parte settentrionale del Paese. L'evento si è svolto come da tradizione sull'isola di Kuusisaari, a circa 10 minuti dal centro cittadino, attirando circa 30 mila persone in due giorni e finendo anche quest'anno sold out sia nella giornata di venerdì che sabato. Durante i due giorni, si sono alternati sui sei palchi decine di gruppi dei generi più vari, prevalentemente finlandesi, ma anche dall'estero. In un singolo live report sarebbe stato praticamente impossibile documentare tutti i concerti, dunque mi sono concentrata sulle performance più importanti e curiose, di oltre una decina di artisti.


A rompere il ghiaccio e dare il via agli eventi è il noto rapper finlandese Petri Nygård, probabilmente l'unico artista al mondo il cui successo di giudica in base al numero di dita medie che gli vengono rivolte dal pubblico durante i live. Durante il set, lungo all'incirca un'ora, Nygård ha ampiamente spaziato all'interno della propria discografia, riscaldando il pubblico con evergreen come Sanon Suoraan, Onko sulla pokkaa? e Selvä Päivä, per poi farlo esplodere con i nuovi successi tratti dal suo più recente album, Mun mielestä ovvero Päästä(n) höyryyMärkää e Kerran kesässä, lasciando però un po' con l'amaro in bocca proprio su quest'ultimo brano, visto che in molti si aspettavano anche dal vivo il featuring con i Klamydia, che da lì a poco avrebbero calcato a loro volta il palco del Qstock.



A pochi minuti dalla fine dell'esibizione di Nygård sul palco principale, ecco il turno dei tanto attesi Klamydia, senza dubbio la band punk più irriverente e di successo del panorama finlandese contemporaneo. Trascinati dal frontman storico Vesku Jokinen, la band porta avanti un set lungo, ma divertente e senza errori, dove vengono proposti cavalli di battaglia come Paras perse (Of the universe)PohjanmaallaSuomalainen Tarina, l'unico brano dove l'organizzazione tecnica del Qstock sembra vacillare, visto che Vesku, a una ventina di secondi dall'inizio della parte cantata, si ritrova in mano un microfono d'improvviso non funzionante e, dopo aver attirato l'attenzione di un tecnico colpevolmente distratto, rischia di non riuscire ad attaccare in tempo a causa di uno scivolone di quest'ultimo, mentre era intento ad abbozzare una corsetta verso il centro palco. Per fortuna, in questo set l'ironia non è mai mancata, ma certe brutte figure si potrebbero anche evitare..


Turno di uno dei gruppi certamente tra i più conosciuti anche in Italia, i Sonata Arctica. A due giorni dallo show di Roma, il combo finnico riesce a sfruttare al meglio il proprio set da un'ora, regalando un concerto di buon livello al pubblico che più di casa non si può (la band è di casa proprio ad Oulu, NdA). Infatti, nonostante il tempo a disposizione, Tony e soci riescono a eseguire senza errori grossolani una scaletta variata ed interessante, osando portare sul palco anche una delle canzoni tra le meno amate dell'ultima release, Stones Grow Her Name, ovvero Cinderblox. Il pubblico tuttavia sembra apprezzare la performance, tanto che molte sono le richieste di un encore. Ma il tempo è tiranno..

La scaletta dei Sonata Arctica ad Oulu, non troppo differente da quella di Roma:
Only the Broken Hearts 
Black Sheep
Paid in Full
Alone In Heaven
I Have A Right
Shitload of Money
Losing My Insanity
Full Moon
Cinderblox
Don't Say a Word
We want Vodka



Proprio di fronte al palco dei Sonata, sotto il tendone del Sirkuslava, è poi il turno del gruppo rap finlandese Notkea Rotta, una realtà che personalmente ho scoperto da pochi mesi, ma che si fa apprezzare anche al di fuori dei confini finlandesi. Il sestetto di Helsinki, in formazione ottimale nonostante il poco spazio sul palco, riesce a sfruttare al meglio il proprio set, entusiasmando e dialogando con il pubblico e dando davvero il 100% di sé  sopratutto nell'esecuzione di grandi successi come Salkku ja mulkkuRautaperse (con tanto di balletto ironico), Syö! Juo! Nai! e dei più rencenti Paluu betoniinPumpataan puskissaMitä iistimpää, sitä siistimpää, tratti dall'ultimo e omonimo album, Notkea Rotta. Certamente la scelta organizzativa di farli suonare in un palco secondario ha penalizzato la band, che si è ritrovata a suonare davanti a non più di 80 persone, ma va sicuramente apprezzato il grande entusiasmo con cui questi ragazzi hanno curato l'esibizione in ogni dettaglio. Una delle migliori performance di questo festival.


A chiudere la mia prima giornata Qstockiana arrivano altri beniamini di casa, gli Apocalyptica. Il combo finlandese, supportato nella maggior parte delle tracce dal loro ormai storico tour vocalist Tipe Johnson, hanno spaziato in lungo e in largo all'interno della propria discografia, proponendo brani quali GraceI'm not JesusNot Strong Enough per poi soffermarsi sui classici ed immancabili contributi da Plays Metallica by Four Cellos, tra cui Master of Puppets e la ballata Nothing Else Matters, in grado di infiammare un pubblico quanto mai variegato, ma molto numeroso ed entusiasta all'ascolto del quartetto di Helsinki. 

Qstock live report - Day 2


Ad aprire le danze del day 2 arriva un artista raggae finlandese, Jukka Poika, e la sua band, gli Sound Explosion Band. Jukka, altro artista praticamente di casa, ha dato buona prova delle proprie capacità canore, offrendo al pubblico le hit del suo nuovo album Yhdestä puusta, come Älä tyri nytSiideripissis e il più datato singolo Silkkii, spesso avvalendosi del pubblico come voce extra e divertendosi con mosse varie e scherzi per intrattenere in ogni modo un'audience giovane ed entusiasta, anche se non numerosissima. Il contributo strumentale live (non una costante per questo artista, che spesso si avvale di un dj) ha significato un valore aggiunto alla sua performance live, che in più di un passaggio si è avvicinata qualitativamente al livello dello studio.


Musicalmente, se si dice Oulu, non si può prescindere da Kauko Röyhkä. Supportato egregiamente dalla sua band, il popolare frontman ha abilmente dribblato le polemiche legate all'incompetenza organizzativa (all'ultimo momento, il suo set è stato invertito d'orario con una giovane band pop finlandese e molti fans di quest'ultima si sono non poco infuriati, dopo aver scoperto dello scambio quando hanno scoperto che, per mancanza di accurata informazione, avevano perso l'esibizione dei propri beniamini), dando vita ad uno show intenso ed elegante, durante il quale ha dato un'ottima impressione, sopratutto a livello qualitativo. Rivivendo i fasti della propria carriera, Röyhkä ha energicamente interpretato i propri brani più celebri ed aggressivi, come LaurallePaha maaTalo meren rannallaKorsikalainenMiss Farkku-Suomi e chiudendo con la canzone per eccellenza, Paska kaupunki. Giù il cappello!


Una band come gli Stam1na, non la si può mai prendere sul serio. Nonostante il thrash / heavy / alternative metal proposto da questa band non sia qualitativamente affatto male, la presentazione che la band dà di sé stessa sul palco è qualcosa di assai ilare: tastierista con un seno finto, chitarristi in tenuta campestre e un cantante che, bè, lo vedete dalla foto.. Pur non brillantemente supportati dal pubblico, che stenta a capire la differenza tra il mosh chiesto dalla band e il circle pit che decide di eseguire, il combo careliano dà vita all'esibizione più aggressiva e violenta dell'intero festival, grazie (o a causa) di brani come Arveton On ArvotonPuolikas IhminenPaha Arkkitehti, più energici e senza freni in live che in studio, che mandano in delirio la gioventù sotto il palco e in bestia i poveri addetti alla sicurezza, non abituati a cotanto sommovimento. Spumeggianti.


Apulanta: non pervenuti. Questo è il triste responso dopo una scialba prestazione di 45 minuti, in cui il combo finlandese, uno tra i più attesi, ha attirato su di sé tutta l'incompetenza organizzativa del festival, vedendosi prima negare l'amplificazione della seconda chitarra di Toni Wirtanen, che ritorna per mezza canzone e scompare nuovamente, facendo andare su tutte le furie la band che abbandona il palco. Ritornati gli artisti in scena, i problemi non mancano, tanto che allo stesso frontman si rompe addirittura una corda, costringendolo ad interrompere il concerto ben prima del previsto. Senza dubbio di alta qualità, invece, la breve prima parte dell'esibizione, quando il combo aveva acceso il pubblico con brani quali Viisaus Ei Asu MeissäZombeja, e Mitä kuuluu?. Davvero un peccato, ma gli Apulanta non hanno davvero nulla da rimproverarsi.


Roxette e la sua band sono stati, fin dal principio, il nome che più mi ha fatto storcere il naso, alla lettura del billing del Qstock. Fortunatamente, il mio timore che si trattasse per l'ennesima volta di un tour mondiale alla "Ho bisogno di soldi" si è rivelato infondato visto che la popstar svedese (altroché Veronica Maggio) è riuscita a dar vita ad un set attorno alle due ore senza pecche e senza rallentamenti, in grado di coinvolgere un pubblico davvero di tutte le età. Alternando pezzi ritmati alle classiche ballate, Roxette ha spaziato all'interno della lunghissima lista dei suoi successi, proponendo live brani come JoyrideIt must have been loveSpending My TimeThe LookListen To Your Heart  nonché l'immancabile Sleeping in my Car, con notevole entusiasmo, nonostante (perdonate) l'età e un fisico ancora non al top dopo la malattia che l'ha colpita qualche anno fa. Davvero ammirevole.


A chiudere serata e festival, scendono sul palco gli Swallow of the Sun, ingiustamente relegati alla venue più povera e ristretta, un palco di circa 15mq, al chiuso dove, a causa di una normativa che vieta ai minorenni di comprare alcolici, il pubblico è fisicamente diviso da un'alta rete in ferro, in grado certamente di aiutare a distinguere i maggiorenni dagli altri, ma anche di ferire le persone nel caso in cui si fosse dato vita ad un po' di mosh, anche minimo. Organizzazione a parte, il combo finnico riesce a dare ottima prova di sé e a convincere il pubblico, proponendo sia brani dal più recente Emerald Forest And The Blackbird, sia spaziando all'indietro nella propria discografia. Una prova davvero convincente, che ben fa sperare per il pubblico italiano, già in attesa della loro performance all'Into Darkness a novembre.