24 August 2012

MetalCamp live report pt.1

Come preannunciato, ecco la prima parte del live report della decima edizione del MetalCamp, svoltasi tra il 5 e l'11 agosto scorso nella splendida location montana di Tolmin, nella vicina Slovenia
Un'edizione da record, visto l'afflusso di pubblico, numeroso come non mai in occasione di questa edizione d'anniversario.


Un'edizione che passerà alla 
storia, in quanto si è trattato dell'ultimo festival sotto il nome MetalCamp, visto che, come è stato recentemente annunciato, dal prossimo anno il festival, non più gestito dalla Rock The Nation, si chiamerà Metaldays e anticiperà il proprio svolgimento (22-28 luglio), per non entrare troppo in conflitto con molti altri festival in estivi.



DAY 1 - MONDAY

 

Tra i tanti a fare gli onori di casa per il primo gruppo di metallari già presenti a Tolmin il lunedì, un nome ha spiccato su tutti: TESTAMENT. I thrashers americani, tornati sulle scene mondiali con la formazione originaria dell'1986, riescono solo a metà nell'intento, vista sia la mediocre reazione del pubblico sia il loro spettacolo non al top, nonostante si trattasse pur sempre di un tour promozionale per la loro più recente release, The Dark Roots of Earth.

 

Ben più in grado di infiammare quest'angolo di Slovenia sono invece stati i MACHINE HEAD che, forti di una capacità d'esibizione live non indifferente, riescono a coinvolgere il pubblico thrash/heavy presente e non solo, proponendo uno show d'effetto e di sicuro successo. In molti, in quel di Tolmin, li hanno definiti gli unici in grado di portare avanti il 'vero metal' e di certo il combo statunitense non li ha lasciati delusi.

 

Altro nome attesissimo per la prima giornata di MetalCamp è stato sicuramente quello dei DARK FUNERAL che, a pochi giorni da un'altrettanto fortunata esibizione in quel di Wacken, riescono a farsi valere nonostante l'infelice scelta organizzativa di farli esibire sul secondo palco. Tra i pochi gruppi black metal presenti al festival, la band di Stoccolma è comunque pienamente in grado di attirare a sé un buon numero di spettatori, blacksters esperti e non, che ha reso il loro concerto uno tra i più di successo di questa ricca giornata.

 

Nota di merito va anche all'unica band italiana scelta per esibirsi sul main stage, i KRAMPUS. Freschi di nuovo contratto con la Rock the Nation e prossimi partecipanti all'Heidenfest, i friulani chiudono la giornata di lunedì con un discreto successo, nonostante qualche errore esecutivo e un genere, il folk metal, che ancora non va per la maggiore all'interno di questi festival, che fa ben sperare per questa giovane ed interessante realtà del panorama italico.

DAY 2 - TUESDAY 

 

Se diciamo FINNTROLL, voi a che pensate? Se la vostra risposta si racchiude nella parola Trollhammaren, potete entrare di diritto nello spettatore medio del Metalcamp. Infatti, al di là dello show esagerato o particolarmente entusiasmante di Vreth  e soci, la caratteristica che più è saltata all'occhio è stata l'insistenza del pubblico, peraltro molto numeroso, che a tutti i costi avrebbe voluto che la finnica band lo deliziasse con questo classico da osteria, senza apparentemente offrire molta attenzione alle altre tracce proposte dai sette folkers di Helsinki. Forse c'è qualcosa da rivedere in merito?

 



A recuperare le sorti del metallico martedì, arrivano in soccorso due bands di alto potenziale. La prima delle due, i PARADISE LOST, offrono uno spettacolo grandioso e affascinante, capace di coinvolgere dal primo all'ultimo ascoltatore per l'intera (fortunatamente lunga) durata del set sloveno, che ha ricordato da vicino gli show di successo del loro ultimo tour, durante il quale la band di Halifax ha davvero saputo incantare mezza Europa.












Nonostante il doppio turno di lavoro per Adrian Erlandsson, l'esibizione degli AT THE GATES non sembra risentirne particolarmente, tanto che il frontman Tompa Lindberg approfitta del pubblico osannante per intavolare discorsi sulla rivalutazione del metalcore e deathcore, a suo dire generi eccessivamente maltrattati dai metallari più classicisti. Musicalmente ineccepibile, la band svedese suona e convince, grazie sopratutto ad una   presenza scenica energica e molto coinvolta. 

DAY 3 - WEDNESDAY

 

Gli americani THE BLACK DAHLIA MURDER sono stati tra i primi ad essere confermati per quest'edizione del MetalCamp e, di conseguenza, molta era l'attesa nei loro confronti. Ad un anno dall'uscita di Ritual, il quintetto di Waterford non delude le attese, proponendo un set di dieci, energici brani, tra cui Miasma e I will return, fino a compiere un deciso salto all'indietro, portando sul palco la storica What a Horrible Night to Have a Curse. Una performance davvero interessante. 





In tour per promuovere la loro ultima fatica, Requiem For The Indifferent, i nederlandesi EPICA fanno man bassa del consenso popolare, grazie ad uno show energico ed elegante, capitanato dalla bella e talentuosa leader Simone Simons. Infatti, nonostante il genere proposto da questa band non sia di certo tra i più popolari, la loro esibizione è stata senza dubbio la migliore di giornata, soprattutto in quanto a numero e coinvolgimento dei presenti, in massa impegnati a fare crowd surfing e ad acclamare il sestetto di Reuver, che incrociando le dita, rivedremo ben presto live anche nelle italiche lande.

 

A chiudere la terza giornata sono stati i portoghesi AVA INFERI che, nonostante fossero stati relegati al secondo palco, riescono a convincere appieno, forti del loro gothic/doom metal profondo e originale. Grazie ad una setlist capace di spaziare ampiamente all'interno della propria geniale discografia e di attirare molto pubblico, il combo lusitano può dirsi più che soddisfatto, visto che va ricordato come mercoledì sia stata la giornata più scialba dal punto di vista dell'audience, visto lo scambio tra i numerosi metalheads che hanno partecipato ai primi tre giorni e quelli interessati solo al weekend.


Tutte le foto di questo report sono di Emma Costi
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