06 August 2013

Intervista: Angist

Hanno bravura e talento da vendere, uno stile originale e tanta voglia di portare avanti il proprio progetto in musica. Ma soprattutto, quello che contraddistingue gli Angist e in particolare le sue due leader Edda e Gyða è la grande franchezza: non cercano facili consensi in quanto donne, non suonano death metal solo per scherzare…


Oggi abbiamo come ospite la band death metal islandese Angist quasi al completo, con la frontman e chitarrista Edda Tegeder, l’altra chitarrista, Gyða Þorvaldsdóttir e il bassista Haraldur Ingi Shoshan. Benvenuti! Innanzitutto, visto che il festival islandese Eistnaflug è una delle tappe intermedie del vostro tour con la band faroese Earth Divide, quali sono le vostre impressioni su Ferðin til Heljar tour 2013 (tour che annualmente comprende una band faroese e una islandese, con tappe in entrambe le nazioni, NdR)?

Gyða Finora è stato grandioso, fantastico, veramente interessante, i ragazzi dell’altra band, gli Earth Divide, sono davvero divertenti…
Edda Siamo stati veramente fortunati ad essere scelti per questo tour con loro…
Gyða Infatti è lo staff del G! Festival che ogni anno sceglie due gruppi, uno islandese e uno faroese, per questo tour, così uno si ritrova a spendere due intere settimane di tour con una band di sconosciuti… siamo stati davvero fortunati ad aver incontrato loro. Finora è stato meraviglioso, ci siamo divertiti molto…
Haraldur E non vediamo l’ora di andare alle isole Fær Øer!


Un’altra notizia particolare è stata quella della ripubblicazione di uno dei vostri primi lavori, l’EP Circle Of Suffering, in un’edizione nuova, arricchita e, soprattutto, in cassetta. Quali sono le ragioni che vi hanno portato a fare questa scelta inusuale?

Gyða È stata una cosa piuttosto casuale, c’è stata una persona in Malesia, titolare di una distro (la Narrowards Kult, NdR) che ci ha contattato per proporci un affare. Voleva pubblicare i nostri lavori ma è molto costoso spedire dei cd dall’Islanda, senza contare che, a causa delle tasse doganali, avremmo dovuto pagare un extra nel momento in cui ci sarebbero state spedite le copie. Quindi ci siamo visti costretti a declinare l’offerta, visto che avremmo solamente sprecato soldi. Lui ci ha risposto che però voleva pubblicarlo comunque, ma in cassetta, e noi abbiamo accettato. Visti i lunghi tempi di spedizione dalla Malesia, non abbiamo personalmente ancora ricevuto le nostre copie, ma il lavoro è stato realizzato in maniera davvero professionale.
Edda Questa versione include inoltre le canzoni presenti nella nostra prima demo ed è la prima ad includere quanto pubblicato nell’EP e nella demo.
Gyða Siamo veramente soddisfatti, nonostante fosse una cosa piuttosto casuale, il ragazzo è stato davvero professionale e si è dedicato con passione a questo lavoro, è stato grandioso.

Dal passato al futuro: avete annunciate di voler pubblicare un album entro la fine dell’anno. Come stanno procedendo le registrazioni? Avete qualche anticipazione da fare in merito?

Edda Abbiamo già chiaramente iniziato a lavorare su quest’album e a scrivere canzoni e speriamo di pubblicarlo a breve…
Gyða Questo dipende sopratutto dalla nostra label, noi pianificavamo di cominciare a registrare molto prima, visto che noi siamo tutti dei lavoratori o degli studenti che non hanno molto tempo libero, ma non siamo riusciti a fare molto lo scorso inverno e ora siamo in tour. Speriamo quindi di continuare a registrare in settembre e ottobre, poi vedremo cosa dirà la label. Ci auguriamo che il processo sarà piuttosto rapido.

Parlando di label, avete recentemente firmato un contratto discografico con l’etichetta statunitense Abyss Records: siete soddisfatti di questa nuova collaborazione?

Gyða Finora, siamo soddisfatti. Daniel Ferguson, il titolare della label, è uno come noi: ha dato vita a questa piccola etichetta, sta continuando a svilupparla e tratta con grande rispetto i suoi artisti, quindi siamo contenti. Inoltre, personalmente lui ci ha seguito fin dall’inizio, ci aveva contattato subito non appena avevamo pubblicato le nostre prime due canzoni su Myspace e già allora avevamo discusso della nostra musica. Non so se farci firmare un contratto fosse già nella sua mente allora, ma quando ci siamo messi alla ricerca di una label, lui si è fatto risentire e abbiamo concluso l’affare. Finora è andato tutto bene, perché questo ambiente professionale e ricco di dedizione per la musica è esattamente quello che cercavamo.

Giunge il momento per una domanda piuttosto ovvia: come ci si sente, ad essere le leader femminili di una band death metal? Come vi siete trovate, all’interno della scena islandese? Avete mai dovuto affrontare dei problemi?

Edda Ci sono stati momenti difficili, ma in generale la gente ci supporta…
Gyða Noi non vediamo noi stesse come “oh sì, noi siamo donne che fanno metal”, non abbiamo questa idea di noi stesse… ah, non so davvero mai come rispondere ad una domanda come questa! (ride, NdR). Siamo solo due ragazze in una band, ci divertiamo ed è bello poter avere qualcun’altra con cui parlare, spendere del tempo, truccarsi e cose di questo genere…
Edda Noi abbiamo comunque già altre esperienze precedenti a questa nella scena metal islandese, quindi la situazione si è consolidata.
Haraldur A volte qualche problema c’è, ma mai niente di eccessivo o troppo preoccupante.
Gyða Ci sono persone che si avvicinano alla nostra band proprio perché capitata da due donne, ma anche altri che non ascoltano nemmeno la nostra musica proprio perché ci siamo noi. Non ci promuoviamo solo come una band al femminile, facciamo musica e quando con la nostra esperienza riusciamo a invogliare qualche altra ragazza ad avvicinarsi a questo mondo, siamo felici.
Edda A me personalmente piacerebbe davvero molto vedere più donne attive nella scena metal e rock islandese!
Gyða Poi c’è sempre da ricordare che ognuno ha la libertà di pensare quello che crede. Noi facciamo la nostra musica e ci interessa relativamente poco di coloro i quali non ci apprezzano, noi andiamo avanti!

Lo stile che presentate è molto convincente, possente ed old school. Come nasce, dunque, una canzone degli Angist?

Gyða Io ed Edda ci incontriamo spesso in un salotto, che è più o meno il quartier generale della band e proviamo, discutiamo nuove idee, arrangiamo nuovi materiali. Quando proviamo, tutta la band porta il suo contributo e il processo si sviluppa piuttosto velocemente.
Edda Di solito non facciamo né ci basiamo su piani particolari…
Gyða Infatti, nella maggioranza dei casi abbiamo un’idea di fondo, ma non un progetto che dobbiamo seguire alla lettera. Facciamo quello che ci sentiamo di fare, seguiamo quello che c’è nella nostra mente e cerchiamo di essere noi stessi. Abbiamo canzoni a cui abbiamo cambiato i riff principali almeno quattro volte, quindi capisci come difficilmente poniamo dei paletti su aspetti che, una volta scelti, non possono essere più modificati. Spesso cambiamo tutto anche solo dopo aver avuto un’idea fulminea…
Edda Soprattutto dopo aver suonato dal vivo, spesso sul palco ci vengono tante nuove idee!

Oltre al vostro stile peculiare, la caratteristica che salta immediatamente all’orecchio di chiunque vi ascolti, anche per la prima volta, è la voce aggressiva e potente di Edda. Quale tipo di percorso e formazione hai seguito, per riuscire a raggiungere un tale livello e stile vocalico?

Edda Penso che sia necessario innanzitutto prendersi cura della propria voce e imparare la tecnica giusta, soprattutto nel caso in cui ci siano due – tre show uno dopo l’altro. Io ho trovato un’insegnante che mi ha insegnato molto, sia per quanto riguarda l’uso della voce che le tecniche di riscaldamento prima di un’esibizione ed è stato fondamentale. Io, poi, ho anche esperienza di canto in pulito, che mi ha certo aiutato, ma la base per me rimane sempre l’esercizio, tanto e svolto in maniera costante.

Dopo molti anni in cui vi siete trovati alle prese con diversi cambiamenti di line-up alla batteria e le difficoltà che ne conseguono, come vi trovate ora a lavorare con Tumi Gíslason, il vostro attuale, e finalmente fisso, batterista?

Gyða Il problema principale del nostro primo batterista è stato quello che egli era membro di altri tre o quattro gruppi contemporaneamente… è un problema tipico qui in Islanda, abbiamo tanti bravi batteristi, ma sono quasi tutti impegnati allo stesso momento in molti e diversi progetti musicali. Quindi è rimasto con noi per pochi mesi, neanche per il tempo delle nostre prime registrazioni. Con il secondo le cose non hanno semplicemente funzionato, non abbiamo mai trovato l’armonia giusta. Siamo davvero fortunati ora ad avere Tumi, è una persona davvero appassionata del proprio lavoro, è professionale e si trova bene nel nostro piccolo gruppo…
Edda Nella nostra sorta piccola famiglia…
Gyða E ci ha portato davvero ad un altro livello, non possiamo negarlo. Lui, con noi, ha fatto il tour in Francia come session e al nostro ritorno in Islanda è immediatamente diventato un membro ufficiale del gruppo. È molto creativo ed è proprio quello che cercavamo perché, durante i nostri concerti, abbiamo sempre voluto cercare di trasmettere qualcosa, di dare il nostro meglio e con lui ci riusciamo, ci possiamo fidare di lui, senza preoccuparci di nulla. Ha decisamente cambiato la band.

Quali sono, a tutt’oggi, i piani per il vostro prossimo futuro? 
State programmando qualcosa in vista del periodo post pubblicazione dell’album come, ad esempio, un tour?

Gyða Andare in tour sarebbe il nostro sogno
Edda Esatto, speriamo davvero di poter organizzare delle date in Europa
Gyða Dopo aver pubblicato l’album, ci auguriamo di poter organizzare dei concerti, finora siamo stati in tour in Francia, lo scorso aprile siamo stati al Desertfest in Inghilterra e ora suoneremo alle Fær Øer… ma sarebbe davvero bello poter incontrare nuove persone, suonare per diverse e nuove audiences. In Islanda, il pubblico deve essere sempre ubriaco per divertirsi davvero, mentre in altri paesi non è così, la gente arriva presto e si diverte comunque anche senza bere, così ci divertiamo anche noi. Quindi noi ci speriamo davvero, sia a livello di partecipazione a festival che per un tour europeo. Probabilmente faremo dei piani più precisi dopo aver pubblicato l’album.

La nostra intervista giunge ora al termine. Volete aggiungere qualcosa?

Gyða Grazie per l’attenzione che ci hai voluto dedicare e invito tutti ad ascoltare la nostra musica e conoscerci meglio, sperando di poter suonare un giorno anche in Italia! 

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