02 September 2013

Intervista: Progenie Terrestre Pura

Sono due. E sono le italianissime. Sono le due menti dietro al sorprendente progetto Progenie Terrestre Pura, che sviluppa un concept profondo e quanto mai attuale, quello tra uomo e macchine. Il loro album di debutto, U.M.A., è una produzione rara e preziosa, capace di mantenersi equilibrata anche nella scelta di generi musicali molto diversi tra loro, senza lasciare il benché minimo dettaglio al caso. A parlarcene, sono proprio Nex[1] e Eon[0]


Oggi abbiamo come ospite una delle band rivelazione del 2013, i Progenie Terrestre Pura. Benvenuti! Iniziamo parlando della vostra nuova release, U.M.A.. Anche ad un primo approccio, appare evidente l’importanza che avete dato al rapporto uomo-macchina (voi stessi fate riferimento a qualsiasi strumento che non sia la voce come ‘macchina’). Quali sono le motivazioni che spiegano questa scelta?

Nex[1] L'interazione uomo-macchina è la base del concept q[T]p: la nostra è una riflessione riguardo la tecnologia e il futuro dell'uomo, il rapporto dell'umanità con una tecnologia sempre più presente ovunque. Lo stesso nome "Progenie Terrestre Pura" sta ad indicare i figli "naturali" della terra, l'uomo così come si è evoluto da sempre, in contrapposizione a quello che potrà essere un uomo futuro con capacità/possibilità enormi rispetto alla semplice specie sapiens come siamo noi oggi. Con questo non intendiamo assolutamente dipingere la tecnologia come un male che allontana l'uomo dalla sua vera natura, perché anzi può essere esattamente parte dell'evoluzione dell'uomo stesso: in realtà ogni manufatto artificiale fin dall'età della pietra è "tecnologia", quindi è essa stessa parte dell'uomo e si è evoluta con lui, c'è da sempre. Forse la portata tecnologica odierna/futura spaventa di più perché accanto ai benefici crescono anche i possibili rischi e questo è un fattore che mette a rischio l'umanità stessa.

Anche l’artwork di questa release, realizzato da Alexander Preuss, richiama la tematica uomo-macchina: una sola presenza umana è immersa in un mondo nuovo, dominato dai materiali e della tecnologia. Siete soddisfatti da questo tipo di rappresentazione? E come descrivereste, per coloro i quali non hanno ancora fisicamente acquistato l’album, le caratteristiche della copertina di questo digipack?

Nex[1] L'artwork ci piace molto, Alexander Preuss ha fatto un ottimo lavoro sia per la copertina che per le varie immagini presenti nel libretto! La cover è un'immagine che rappresenta in generale le tematiche e l'atmosfera che vogliamo creare con la musica del progetto q[T]p
Nel formato fisico in digipack c'è pure il logo trasparente traslucido stampato sopra, un tocco in più per rendere più particolare la confezione.

Rimanendo sul tema del supporto fisico, U.M.A. ora è finalmente disponibile anche su cd, anche se la distribuzione è partita con un considerevole ritardo. Che cosa ha causato questo slittamento nella commercializzazione?

Eon[0] L’enorme ritardo del digipack di U.M.A., del quale ci dispiace tutt’ora, soprattutto per chi l’ha preordinato magari dal primo giorno di disponibilità in pre-order, è dovuto sostanzialmente alla stamperia - estera - che l’ha realizzato, la quale ci ha coinvolto in un susseguirsi di “la settimana prossima verrà spedito”. Situazione piuttosto snervante per tutti, sia per noi che per Avantgarde. Speriamo almeno che l’attesa sia valsa la pena per chi ha ora il cd a casa; abbiamo messo molta cura nel realizzarlo, cercando di fornire qualcosa di bello da comprare ad un prezzo onesto. 

Molti, dopo aver ascoltato i vostri primi pezzi, si aspettavano da voi un primo album con il botto. Moltissimi altri, che vi hanno scoperto solo attraverso U.M.A., vi hanno sommerso di giudizi positivi, sia a livello personale che professionale. Vi aspettavate un tale riscontro di pubblico e critica?

Eon[0] No, non diremo. Crediamo molto nella nostra musica e nel suo potenziale ma, essendo U.M.A. un disco con una sua spiccata personalità (almeno secondo noi), diciamo che si poteva anche tranquillamente pensare che, magari, ai più potesse anche non piacere così tanto, almeno nell’immediato. Generalmente, invece, pare abbia fatto breccia fin da subito nella maggior parte delle persone che l’hanno ascoltato. 

Il vostro stile musicale rientra in quei rari casi in cui dare delle etichette non solo è inutile, ma sostanzialmente anche sbagliato. Dal 2009 ad oggi, poi, la vostra musica si è notevolmente sviluppata e migliorata: come la descrivereste, ora come ora, a parole vostre?

Eon[0] Il nostro stile parte da una base di black metal atmosferico, sulla quale abbiamo inserito una fondamentale componente progressive (in senso “ampio”) ed elettronica. Le atmosfere stesse, seppur non siano rivoluzionarie, guardano a generi (Psybient e IDM) che magari non sono molto “osservati” dalla media delle black metal band (ma anche del metal in generale), e questo probabilmente fa apparire la nostra musica come un qualcosa di fresco e personale, per alcuni addirittura innovativo. Noi diciamo semplicemente che abbiamo unito due anime che probabilmente non erano state (almeno dai più) unite in precedenza: l’attacco del black metal, l’ambient psichedelico e rilassante e i passaggi di elettronica più complessa.

Avete scelto di sviluppare testi in italiano, pregio che rende al nostro pubblico conterraneo ancor più piacevole e intrigante l’ascolto delle vostre tracce, ma che chiaramente va a limitare la fruizione globale da parte degli stranieri. Cosa vi ha portato a questa, oramai definibile inusuale, scelta?

Nex[1] La scelta dell'italiano è stata naturale, non abbiamo mai pensato all'inglese o al dover scegliere. Una volta impostato l'argomento, la difficoltà nello stendere il testo è praticamente identica sia in una lingua che nell'altra, anzi forse alla fine è pure più difficile dover tradurre certe espressioni in inglese o comunque far girare il testo nel modo voluto. Per il discorso fruizione, prima o poi li tradurremo così ognuno può capirne bene (si spera) il significato.


Sempre a proposito dei testi, le tracce di U.M.A. appaiono legate tra loro, come a seguire un percorso unitario, un concept. Cosa ci potete dire al riguardo? E quale significato ha La Terra Rossa Di Marte, unico brano strumentale dell’album?

Nex[1] Come detto, il concept c'è ed è alla base del progetto q[T]p: l'interazione uomo-macchina. Questo è l'argomento principale diciamo, poi ovviamente c'è anche dell'altro, come l'esplorazione spaziale, l'evoluzione stessa, le possibilità che si vengono a creare grazie alla tecnologia, ecc; ogni testo/traccia è una narrazione, un viaggio all'interno di un unico immaginario futuristico. La Terra Rossa Di Marte vale esattamente come le altre tracce, non è intesa come un intermezzo, una pausa dalle "vere" composizioni o cose simili: semplicemente abbiamo scelto di non aggiungerci un testo e di lasciare tutto alla musica.

Avete definito U.M.A. come una naturale progressione della vostra prima produzione, Promo 2011. Vi sentite soddisfatti o ritenete che questo percorso, questo fil rouge che lega tutta la vostra discografia, possa trovare ancora dello spazio per evolversi?

Eon[0] Siamo assolutamente soddisfatti di come è uscito U.M.A. e, allo stesso tempo, siamo convinti che possiamo - e dobbiamo - evolvere il nostro sound; è un principio base del nostro progetto del resto. U.M.A. è uscito esattamente come volevamo, 5 capitoli che, partendo dalla stessa idea di fondo, esplorano, ognuno a suo modo, diversi modi per arrivarvi. È molto interessante quando, componendo, non devi porti il problema se il riff è black metal o djent ma solo se descrive al meglio l’immaginario a cui fai capo e il nostro prossimo disco, probabilmente, metterà l’accento ancor di più su quest’ultimo concetto.

All’interno della vostra presentazione online avete inserito, come fonti di ispirazione e influenza, brani, tra gli altri, di Asimov, Tarkovsky e Lévy. Come spieghereste questa scelta?

Nex[1] Sono degli artisti/scrittori, ma più che altro frasi/opere, che in qualche modo ci hanno influenzato o hanno catturato la nostra attenzione: Asimov per i suoi libri e il suo essere razionale e quasi scientifico nei suoi racconti, Tarkovsky per il lato riflessivo ed esistenziale, Lèvy per l'argomento della realtà virtuale e le infinite possibilità di crescita grazie alla condivisione e alla tecnologia, ecc. Dato che i testi sono una componente importante del progetto q[T]p, la lista di influenze non si limita semplicemente alla musica.

Una curiosità: sempre all’interno della vostra presentazione, avete scelto come vostra ‘residenza’ le Dolomiti. È solamente una scelta legata alla volontà di non dare alcun riferimento preciso a voi stessi, come denota la scelta dei soprannomi, o c’è qualcosa di particolare che vi lega a quest’angolo d’Italia?

Nex[1] In realtà è quasi il contrario: dato che viviamo in posti diversi (ma entrambi montani), al di là del fatto che appunto siamo legati alle montagne, Dolomiti è comunque più preciso di un generico "Veneto". La scelta di usare pseudonimi è legata al progetto, non c'è nessuna volontà particolare di tenere l'anonimato o altro, sono semplicemente identificativi in quest'universo sci-fi come se fossero i narratori della storia; molto probabilmente in altri progetti useremo nomi diversi, non è una cosa a cui diamo molto peso.

La nostra intervista volge ora al termine. Concludiamo con una domanda classica, quali sono i piani futuri dei Progenie Terrestre Pura?

Eon[0] Un nuovo disco prima di tutto, già in lavorazione tra l’altro. Sicuramente questa sarà la nostra primaria occupazione per q[T]p, più che non arrivino offerte irrinunciabili che ci distolgano da questo, ma non è molto probabile; in ogni caso staremo a vedere. Nient’altro di schedulato, almeno per ora; probabilmente raccoglieremo materiale per un particolare EP che, attualmente, non ha data, ma è più un’idea che altro al momento: di certo non siamo un gruppo dai molti impegni esterni.