Andreas Johansson è una delle menti dietro il nuovo e già discusso progetto svedese Stilla. Il loro album di debutto, Till stilla falla, è infatti ben lontano da quanto ci si aspetterebbe da un gruppo svedese di black metal contemporaneo. Dalle sonorità grezze, che ricordano i “bei tempi andati”, alle variegate ritmiche, passando per scelte musicali spesso di difficile assimilazione e testi rigorosamente in svedese. Ciò nonostante, la band ha avuto e continua a guadagnare consensi dai quattro angoli del Continente, e non solo. A spiegarci le chiavi di questo successo, è lo stesso Andreas…
Oggi abbiamo come ospite Andreas Johansson, il bassista degli Stilla, una nuova realtà del black metal svedese. Benvenuto! Innanzitutto, parliamo della scelta del nome di questa band. Stilla, in svedese, è una parola che ricorda qualcosa di silenzioso, tranquillo, che passa inosservato. Quest’idea è ripresa anche dal titolo del vostro album di debutto, Till stilla falla. Quali sono le motivazioni che hanno portato a tale scelta?
Grazie. Sì, l’interpretazione è corretta. Pensa al silenzio di una vasta landa, ad una nebbiosa foresta lontana dalla civiltà o alla calma portata dalla morte termica alla fine dell’universo. Il titolo dell’album fa riferimento alla termine e alla disintegrazione dell’anima. Una giusta traduzione potrebbe essere “Una caduta verso la quiete”.
Anche l’artwork che avete scelto per questa release ricorda i lunghi, nevosi e gelidi inverni dei paesi nordici che ogni anno sono portatori di irreali silenzi e assenza di colori. È questa l’idea espressa da una tale copertina?
L’edificio nero in copertina è il nostro luogo di ritrovo, dove l’album ha raggiunto la sua completa forma finale. Nonostante sua apparenza rustica, questo capanno trattiene in sé molte antiche vibrazioni. Considerato che l’album è stato composto durante uno dei più lunghi inverni che io ricordi, è stata una scelta appropriata: pensa al silenzio di una paesaggio coperto di neve…
Come sono nate le tracce di Till stilla falla? è stato un processo lungo e complesso, o piuttosto è stato un procedimento naturale? È difficile infatti non pensare a quanto tempo, talento ed energie sono stati spesi nella composizione di una lunga e sorprendente traccia come Aldrig Döden Minnas..., sicuramente uno dei brani migliori per descrivere lo stile elegante ed originale degli Stilla…
I fondamenti di ogni brano sono stati creati da Pär Stille (chitarrista del gruppo, NdR) e poi io li ho elaborati. Quando siamo entrati in studio, le tracce erano già tutte pronte. Aldrig Döden Minnas... è stato il brano su cui probabilmente abbiamo lavorato di più, la sua versione originale è molto differente dal risultato finale, mentre per gli altri brani, poco è cambiato rispetto ai primi arrangiamenti.
La produzione e il missaggio dell’album di debutto degli Stilla è un altro aspetto che cattura subito l’attenzione dell’ascoltatore. Infatti, questa produzione è riuscita a catturare l’atmosfera degli “anni d’oro” del black metal, come se fosse stata registrata oltre quindici, vent’anni fa. È questo il risultato a cui ambivate inizialmente?
Sì, volevamo creare qualcosa senza tempo. Per questo, al posto di andare alla ricerca di sonorità specifiche, come in questo o quell’album, abbiamo optato direttamente per una produzione efficace, robusta e grezza.
Till stilla falla ha finora ricevuto ottimi riscontri, in Europa e non solo. Sei soddisfatto di quanto prodotto o la band ha già iniziato a lavorare su nuovi materiali?
Siamo sorpresi dalla grande attenzione ricevuta in Europa e molto soddisfatti dell’album. Siamo entrati in studio con una line-up non ancora completa e senza un’idea chiara su come sarebbe andata a finire, e ora abbiamo invece raggiunto questo livello. Abbiamo anche del nuovo materiale, che verrà registrato dopo l’estate, con l’intento di pubblicare una produzione nel pieno del prossimo inverno.
Tutti i testi di Till stilla falla sono stati scritti in svedese da te e Pär Stille. Come li descriveresti, per coloro che non conoscono la lingua? E, ritieni che queste due differenti modalità d’interpretazione delle tematiche abbiano qualcosa in comune, da poter condividere?
I testi trattano differenti aspetti di medesime atmosfere e emozioni: dalle viste notturne di cimiteri e di ampie lande alla sensazione di venire catturati dall’infinita rotazione della ruota del sole e dalla fine di tutto. È difficile indicare con esattezza come ma, pur essendo differenti, i testi sono sicuramente correlati tra loro da un’unità filosofica e spirituale.
Nel descrivere gli Stilla, gli unici termini ufficialmente scelti dalla band sono “Svensk svartmetall. Fjällmagi & mörkerblick” (“Black metal svedese. La magia della montagna e lo sguardo oscuro”. NdR). Come li descriveresti a chi non parla lo svedese?
Non lo farei. Quelle parole dicono già tutto. Prendetevi un dizionario se avete bisogno di comprenderle.
Andreas Pettersson (voce e chitarra, NdR) e Johan Marklund (batteria, NdR) hanno già collaborato in altre due band svedesi, i De Arma e i Whirling. È ancora una volta loro, l’idea che ha dato origine agli Stilla oppure questa band ha un’origine diversa?
Il progetto è nato da me e Pär Stille. Io e lui abbiamo sviluppato dei brani per circa un anno prima di entrare in studio. Durante le registrazioni la line-up attuale e definitiva è stata completata. Pär conosceva già sia Andreas Pettersson che Johan Marklund quindi è stata una scelta naturale, quella di collaborare con loro e farli entrare negli Stilla.
Recentemente avete fatto un annuncio piuttosto criptico in merito alla possibilità, per gli Stilla, di esibirsi a breve dal vivo. Quali sono, quindi, i vostri piani per il futuro?
Oh, vedremo. Ci sono già dei piani ben delineati e sviluppati. Prima di tutto registreremo un secondo LP a settembre, poi si vedrà quello che verrà. Ma non è improbabile, se ci saranno le opportunità, che ci esibiremo in live.
La nostra intervista volge ora al termine. Vuoi aggiungere qualcosa?
Lasciate indietro le sovrastrutture e i vostri amici, cominciate a vagare per le foreste accompagnati da Till stilla falla e non fate mai più ritorno.