05 December 2011

Speciale Sidus Tenebrarum

SIDUS TENEBRARUM - Black metal - Italy


INTERVISTA

1. I blackster pordenonesi Sidus Tenebrarum hanno da poco pubblicato il loro primo full-lenght, dal titolo“Born from the dark Rib”. Oggi ho l’onore di avere qui come ospite il drummer Belloz. Benvenuto! Come consideri questo vostro ultimo lavoro ? Vi rappresenta pienamente?

Innanzitutto ti ringrazio della disponibilità per quest’intervista. Con quest’album abbiamo raggiunto la maturazione, sia nelle nostre idee sia nelle atmosfere. Siamo riusciti a racchiuderle completamente all’interno del disco. Lo considero un prodotto di buona fattura e sicuramente chi ascolta il disco può darcene atto al di là che la nostra proposta musicale possa piacere o no.

2. Da dove nasce la scelta del titolo “Born from the dark Rib”?

Significa: “Nato dalla costola oscura”. Ci siamo ispirati alla nascita dell’uomo dalla costola di Dio nel momento della creazione. Ovviamente stiamo parlando del Dio nero… è dalla sua costola che questo album è nato!

3. La copertina di quest’album è davvero particolare e ha ricevuto parecchi giudizi contrapposti. Da dove ha origine quest’artwork?

Cercavamo qualcosa di diverso, mi sono rotto il cazzo di guardare le copertine dei dischi metal e indovinare perfettamente il tipo di musica senza averlo ascoltato. La copertina si presenta essenziale e diretta come la musica, non avevamo motivo di concentrarci esclusivamente sull’aspetto. D’altra parte sono sempre meno quelli che frequentano i negozi di dischi. Comunque, non m’interessano i giudizi della critica, per noi rappresenta la nascita oscura, punto.

4. Questo lavoro arriva dopo anni di silenzio. È stata una scelta vostra o obbligata?

Abbiamo sempre avuto tempi lunghi per la produzione di nuovo materiale. Si potrebbe fare un mediocre disco all’anno, ma preferiamo prenderci i nostri tempi e fare un disco che spacchi il culo! È comunque da precisare che anche l’etichetta ha influito in questa lunga attesa, l’album era già pronto da molto tempo….
5. I vostri live sono davvero molto potenti e d’impatto, soprattutto per il vostro modo di atteggiarvi e vestirvi. C’è una motivazione particolare che vi ha portato a scegliere un approccio del genere durante i vostri concerti?

No quelli che vedi sul palco sono i “Sidus tenebrarum” niente di più! Ci e’ sempre piaciuto dare tutto quando suoniamo ed è li che si vede se una band ha qualcosa da dire o meno; band che sono capaci di una tecnica eccellente non sempre dal vivo sono emozionanti. Ci concentriamo sull’impatto sul pubblico e, se ci sono errori, ce ne fottiamo: d’altro canto noi siamo quello che vogliamo e non si suona certo in sale per concerti.
6. Come giudichi il fatto che la vostra line-up si sia mantenuta negli anni?

Credo sia un punto di forza, siamo amici da tanti anni e andiamo sempre d’accordo anche nelle scelte. Crescendo insieme, si sa sempre come agire senza compromettere il progetto. Sarebbe un problema se un giorno qualcuno di noi se ne andasse, ci sono troppe idioti in giro per prendere il posto di uno di noi.
7. Domanda classica: come si sviluppa il songwriting dei vostri brani? Quanto influiscono i contributi e le idee propri di ogni membro sul prodotto finale?

Santa con la chitarra impronta una base, dove stende la linea della canzone. Poi, su di questa, si elaborano batteria e basso e, in sala prove, aggiustiamo insieme i dettagli. Infine viene scritto un testo sulla base del senso che suscita la canzone, o su un concetto predeterminato.
Comunque tutti e quattro i membri partecipano sia nella musica sia nell’aspetto di marketing e relazioni pubbliche, tipo contatti, pubblicità, sito, ecc.
8. Fai parte di una band che ha una propria visione della realtà molto oscura e originale. In che modo è nata e si è sviluppata la vostra interessante filosofia?

Nasce prevalentemente dal comune senso di odio e disturbo provocato da ciò che ci sta attorno quotidianamente. Tutto ciò viene catalizzato attraverso la musica e vomitato addosso a chi ci ascolta ad una potenza inaudita. Il nostro intento è di esaltare la rovina dell’uomo, esasperarne lo stimolo, condurre chiunque in quest’oblio. In questo obiettivo ci “aiutano” (inconsapevolmente, è ovvio) tutti gli organi di governo sociale, politica, chiesa e istituzioni,
9. Quanto queste idee influiscono sui vostri testi?

Tutto.

10. Applicate questa filosofia anche nel modo di interpretare e reagire alla realtà quotidiana?
Certo, è proprio nella vita di tutti i giorni che nasce la nostra rabbia. È inevitabile quindi uscire dalla realtà. La musica per noi non è un lavoro, non riusciamo a scinderla dalla vita quotidiana. Lo stesso avviene anche per il male, ovvio.
11. A che tipo di pubblico si rivolge la vostra musica?
Sicuramente a chi ascolta musica estrema in generale. Il nostro stile è più assimilabile al black metal ma è sicuramente influenzata da molto altro.
12. Recentemente avete preso parte al progetto “The great metal complotto”. Ce ne parli?
Si è stata una buona idea per promuovere quelli che sono i gruppi attuali a Pordenone. Abbiamo partecipato perchè ci sentiamo parte della scena pur considerando che con metà di quei gruppi o non li conosciamo o non abbiamo nulla da spartire! Bella iniziativa comunque, è stata una idea interessante.
13. Dopo una realease autoprodotta, siete passati a una label ufficiale. Come vi siete trovati a lavorare con la Suffering Jesus?
L’etichetta ha fatto un ottimo lavoro. Ha avuto dei problemi trascinatisi col periodo di crisi globale, che ne ha ritardato di più di sette mesi. Inoltre, non essendo una major, avrà sicuramente dovuto affrontare problemi più incipienti. Infine, essendosi addossata tutte le spese di stampa, siamo consci del fatto che ha creduto e investito in noi, cosa molto difficile in questi tempi e con certa gente.
14. Secondo te quanto si è sviluppato il vostro stile dalla pubblicazione di “Dimlight” ad oggi?

Direi che si è evoluto su una linea costante, che nel tempo è diventato lo stile “Sidus Tenebrarum”. Il nostro stile non suona come quel gruppo o come quell’album. D’accordo, le influenze ovviamente si sentono, ma i contenuti sono ben diversi. Non imiteremo mai nessuno, e la nostra forza sono le quattro differenti menti che operano all’interno del gruppo.

15. Da quali bands pensi siate maggiormente influenzati al momento?

Pochi sono i punti di riferimento e non ritengo necessario citarli.

16. Come consideri la scena black metal friulana? Qual è la risposta che ricevete dalle vostre parti?

Quale scena? Ci sono poche persone valide. Il resto crede di poter diventare una star copiando un paio di accordi delle band famose. Nelle nostre zone sembra che ultimamente si ascolti solo metal-core o simili. Qui non c’è molto spazio per gente un po’ più malata.
Non esiste nessuna scena black…
17. E quella italiana più in generale?

Se consideriamo l’Italia, le cose sono leggermente diverse. Ci sono gruppi validi che meriterebbero di più ma in questo posto siamo derisi e trattati come idioti mezzadri. Lungi bene quindi dall’uscire dall’underground. Rispetto l’underground, ma in troppi lo credono come una culla calda e comoda da non voler lasciare, perdendo tutto lo spirito da cui è l’underground è sempre stato contraddistinto.
Come ci considerino all’estero non serve neppure parlarne…
18. Quali bands ancora relegate nell’underground ritieni valide a tutt’oggi?
Tenebrae in perpetuum, Delirium X-Tremens, Common Grave nella nostra zona ma anche tante altre…

19. Quali progetti avete per il futuro prossimo?

Siamo già al lavoro per il prossimo disco, però non saprei dare una data precisa. Siamo nella fase geminale del nuovo capitolo, dove lavoreremo come abbiamo sempre fatto. Ci saranno molto probabilmente delle sorprese davvero interessanti.
20. L’intervista si chiude qui. Vuoi aggiungere qualcosa?

Grazie per lo spazio dedicatoci. Colgo l’occasione per ricordare l’uscita del nostro ultimo album “Born from the dark rib”. Contattateci via mail (sidustenebrarum@libero.it) o al sito (www.myspace.com/sidustenebrarum).

LEGGETE L'INTERO SPECIALE QUI

2 comments:

  1. Bella intervista. Non conosco pordenone,ma mi hai invogliato a ascoltarli

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  2. Fai bene ad interessarti, ci sono piccole realtà ricche di band brave!

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